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Dal conflitto alla mediazione, Kompatscher incontra i media a Vienna

La trasformazione dell'Alto Adige da zona di conflitto ad area di mediazione in Europa. Questo il tema affrontato da Kompatscher con i media austriaci.

Faccia a faccia fra Arno Kompatscher e i media austriaci al club della stampa di Vienna (Foto USP/Dominik Holzer)

Dopo la manifestazione di ieri con il Ministro degli esteri Sebastian Kurz sullo sviluppo dell'autonomia altoatesina a 25 anni di distanza dalla quietanza liberatoria, il presidente della Provincia Arno Kompatscher ha avuto oggi (1° giugno) a Vienna un incontro con i media austriaci presso il club della stampa. I giornalisti hanno interpellato il Landeshauptmann su numerosi temi di attualità politica locale, nazionale e internazionale. Kompatscher ha esordito ribadendo che "l'Italia non considera quella altoatesina come una questione meramente di politica interna", e che "lo Statuto di autonomia non è statico, ma si sta sviluppando in maniera dinamica. L'Alto Adige si è trasformato nel corso di questi decenni, passando dall'essere una zona di conflitto al diventare una regione modello per quanto il benessere economico e la piena occupazione: come tutte le altre regioni europee dobbiamo ora affrontare le grandi sfide rappresentate, ad esempio, dal cambiamento demografico e dalla digitalizzazione".

Alto Adige ponte fra nord e sud

Il presidente altoatesino, rispondendo ai media austriaci, ha spiegato la sua visione di Alto Adige: "un ponte fra nord e sud, una piccola Europa nell'Europa aperta, plurilingue, ma anche fortemente radicata sul proprio territorio". Passando ai temi di attualità, una delle prime domande ha riguardato la recente polemica con gli Schützen, e Kompatscher ha risposto che "in Alto Adige si parte dai simboli per creare delle discussioni che portano una certa insicurezza fra la popolazione. Sono dell'avviso, però, che una tutela intelligente ed efficace delle proprie tradizioni, della propria lingua e della propria cultura, dovrebbe portarci ad avere un rapporto più disteso con i simboli nazionali". Sul tema delle minoranze, il presidente altoatesino vede l'Alto Adige "più come un esempio che come un modello", dato che ogni gruppo ha storie diverse, mentre come prevedibile uno dei temi più discussi durante l'incontro con i giornalisti è stato quello dei profughi e dei confini.

Controlli ma nessun muro

"Ritengo legittimo - ha spiegato Arno Kompatscher - che possano arrivare richieste di controlli più efficaci sui movimenti migratori. Il punto davvero critico, per l'Alto Adige, arriva quando questi controlli possono essere messi in relazione a concetti quali chiusure, muri o barriere in un punto storicamente di grande valore simbolico come il confine del Brennero". In ogni caso, alla luce degli sbarchi di profughi in Italia, l'Alto Adige si sta attrezzando per portare da 1.500 a 1.900 i posti a disposizione per l'accoglienza dei richiedenti asilo. "La nostra richiesta è quella di avere una distribuzione più equa sul territorio per favorire l'integrazione", ha spiegato Kompatscher, il quale ha anche aggiunto che "non bisogna dimenticare quanto fatto dal Land Tirolo, dove attualmente sono ospitati circa 8mila profughi". Tra gli altri temi affrontati quelli legati alla lingua, alla formazione e alla funzione di potenza tutrice dell'Austria. Arno Kompatscher ha concluso l'incontro invitando i media austriaci a seguire la cerimonia dell'11 giugno a Merano alla quale parteciperanno i presidenti Mattarella e Van der Bellen.

mb

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