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Ricerca, finanziati altri quattro progetti scientifici d'eccellenza

In due anni la Provincia ha destinato quasi 2 milioni a progetti di ricerca insigniti del riconoscimento d'eccellenza dall'UE ma rimasti senza fondi per motivi di budget. Via libera a 4 studi unibz.

L'Alto Adige punta sempre più sulla ricerca d'eccellenza grazie al finanziamento di 4 nuovi progetti Seal of excellence. Nei giorni scorsi la Ripartizione innovazione, ricerca, università e musei ha approvato i primi 3, mentre l’ok per un quarto progetto arriverà nei prossimi mesi. Dal febbraio 2019 il programma Seal of Excellence consente alla Provincia di finanziare progetti che la Commissione UE ha valutato d'eccellenza, ma non ha finanziato per motivi di budget. Dal febbraio 2020 è possibile finanziare non solo i progetti che sin dalla presentazione alla Commissione Europea prevedevano il loro svolgimento in Alto Adige, ma anche progetti che si sarebbero dovuti svolgere altrove in Italia e in Europa, e che vengono trasferiti presso uno degli enti di ricerca altoatesini. Da luglio 2020 a maggio 2021 sono stati 8 i progetti finanziati dalla Provincia di Bolzano (5 di Eurac, 3 di unibz) per complessivi 1,3 milioni di euro. Con i 4 progetti – tutti sotto il coordinamento di unibz - sostenuti con 500.000 euro, il numero dei progetti finanziati dalla Provincia arriva a 12 con 1,8 milioni di euro destinati a questo scopo. "Da due anni il programma Seal of excellence finanzia con successo ricerche nei settori strategici per lo sviluppo scientifico e tecnologico dell'Alto Adige nel quadro internazionale" spiega il presidente della Provincia, Arno Kompatscher, titolare della delega all'innovazione e alla ricerca nella Giunta provinciale

Ricerche nei settori dell'ingegneria, della sociologia e dell'architettura

I quattro progetti approvati recentemente abbracciano campi di ricerca molto diversi. Il progetto del ricercatore Mohammad Silani mira all’ottimizzazione dei sistemi industriali grazie a un metodo multi-scala per la modellazione real-time dell'usura grazie al metodo cosiddetto Bridging Domain (BDM) "Multiscale Wear - An adaptive concurrent multiscale method for modeling wear". Sullo studio e l’interpretazione dell’architettura bizantina in Italia e Francia dagli inizi dell’Ottocento alla Seconda Guerra mondiale si focalizza lo studio “Modern Byzantiums. Receipting and Reinventing Byzantine Architecture in France and Italy, XIX-XX centuries (ModByz)” condotto dal ricercatore Francesco Lovino. Il progetto coniuga l’analisi storico-artistica con l’uso di tecnologie digitali per la ricerca umanistica, come la digitalizzazione dei monumenti tramite il rilievo fotogrammetrico con droni e le scansioni con laser scanner 3D. Di taglio più sociologico è la ricerca della dottoressa Petra Andits che affronta il tema “The development of sexual populism in Hungary in the context of the refugee crisis (SEPO)”. Il progetto esamina la connessione tra genere, sessualità e populismo, nel contesto dell'attuale crisi dei rifugiati, in Ungheria, paese scelto come caso studio per le sue manifestazioni populiste nel mondo occidentale. Il progetto prende in esame i contenuti creati dagli utenti su Facebook. Infine il progetto di Leonardo Zuccaro Marchi dal titolo “Habitat. Verso un approccio ecologico e interdisciplinare del paesaggio urbano” guarderà all'ambiente costruito con una nuova prospettiva ecologica per comprendere il paesaggio urbano contemporaneo.


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