"Finora ho imparato le parole basse, come: giocare, blu, quaderno, adesso devo imparare le parole alte, come preistoria, geometria, re di Roma, parallelepipedo."(Karim)
Le parole di Karim bene illustrano la tematica oggetto del secondo Convegno dei Centri Linguistici, organizzato dai coordinatori di Bolzano, Verena Debiasi e Fabio Casati, che si è tenuto nelle giornate di giovedì 15 e venerdì 16 gennaio scorsi presso le sale dell'Eurac.
La manifestazione, dal titolo "Insegnare a studiare in italiano" ha portato 130 insegnanti di italiano delle scuole italiane e tedesche di ogni ordine e grado della provincia a confrontarsi con le tematiche relative all'apprendimento della lingua dello studio da parte degli allievi con background migratorio.
Tra i relatori, i massimi esperti nella didattica dell'italiano per stranieri e di tematiche interculturali, quali il prof. Gabriele Pallotti dell'università di Modena e Reggio Emilia e la prof.ssa Graziella Favaro del Centro Come di Milano. "Il curricolo plurilingue non può esimersi dal prendere in considerazione le lingue di provenienza" dice Franca Quartapelle, esperta di plurilinguismo a lungo ricercatrice presso l'IRRE di Milano. Secondo Davide Zoletto, dell'Università di Udine, che ha fatto emergere molte affinità tra la realtà altoatesina e quella friulana, entrambe caratterizzate dall'essere territori bilingui di frontiera, "l'educazione in contesti eterogenei riguarda tutti, non solo i figli dei migranti e non solo la scuola".
Molto apprezzato anche l'intervento congiunto degli ispettori della scuola italiana e tedesca, Rita Chiaramonte e Marco Mariani, che hanno offerto ai presenti una panoramica sulla normativa vigente che disciplina l'inserimento scolastico degli alunni con background migratorio.
Chi è interessato può trovare le presentazioni relative alle relazioni tenute nelle sedute plenarie all'indirizzo http://www.bildung.suedtirol.it/referate/migration/tagungen-convegni/
FC