Beni culturali in Alto Adige

Rete Civica dell’Alto Adige - Il portale della Pubblica Amministrazione

San Michele

L'arcangelo in corazza con mantella rossa, spada di fiamme e bilancia calpesta la testa del diavolo, steso per terra.

Denominazione oggetto:
dipinto
Numero d'inventario:
127887
Autore:
Sconosciuto
Collezione:
Folladore-Kleewein
Data:
1600 - 1699
Materiale:
colore ad olio, tela
Tecnica:
dipinto
Istituzione:
Ufficio provinciale Patrimonio
Dimensioni:
altezza 106 cm, larghezza 76.5 cm
Parola chiave:
figurativo, religioso
Note storico-critiche:
Copia del dipinto d'altare "San Michele Arcangelo" di Guido Reni (1575 - 1642), 1635, olio su seta, cm 295 x 202, Chiesa Santa Maria Immacolata Concezione, Roma.
L’iconografia dell’opera, che all’epoca nella città papale già vantava di esemplari antichi e prestigiosi, è basata sulla visione di san Giovanni Evangelista descritta nell’Apocalisse in cui gli apparve:
« […] un angelo che scendeva dal cielo con la chiave dell’Abisso e una gran catena in mano […che…] afferrò il dragone, il serpente antico – cioè il diavolo, satana – e lo incatenò […] » (Ap 20:1-3).
Tale possente visione è restituita dal pittore con un geniale taglio compositivo che, con un’originale interpretazione barocca, rende il senso irrompente dell’apparizione mediante il taglio delle ali sul limite del piano visivo e imposta il movimento potente e vittorioso dell’Arcangelo sulla diagonale sinistra del dipinto, dando moto vigoroso alla spada sollevata e brandita verso Satana incatenato e calpestato. Si tratta di un’equilibrata e complessa composizione, perfettamente disegnata nel gioco delle linee e calibrata nell’accordo dei colori e nelle chiare tonalità sfumate e argentee, sulla cui perfetta resa certamente influisce la scelta del supporto di ormesino di seta che ne facilita la sovrapposizione di velature e rende la superficie polita e vibrante al contempo.
La fortuna di questa immagine, replicata e reinterpretata nei secoli successivi e fino a oggi, generando a sua volta ulteriori capolavori di altri importanti artisti, può dirsi già sancita da Giovan Pietro Bellori (1613-1696), biografo e teorico del classicismo seicentesco, e dalle stesse parole di Guido Reni - esse stesse manifesto del “Bello ideale” dell’Arte! - che afferma avrebbe voluto:
« […] aver […] pennello angelico, o forme di Paradiso per formare l’Arcangelo, o vederlo in Cielo; ma io non ho potuto salir tant’alto, ed invano l’ho cercato in terra. Sicché ho riguardato in quella forma che nell’idea mi sono stabilita ».
(Fonte: Ministero dell'interno: https://www1.interno.gov.it/mininterno/export/sites/default/it/sezioni/sala_stampa/speciali/100_anni_Viminale/San_Michele.html, ricerca condotta il 02/04/2024 da Alexandra Pan, Ufficio Cultura)

 

Oggetti selezionati

Nessun oggetto selezionato...