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Poesia Concreta in Brasile

Ed. [non numerata]

Cinque poemi (serigrafie su carta) firmati ma non numerati di Augusto De Campos e Haroldo De Campos e un esemplare del manifesto "Piano-pilota per la poesia concreta" tratti dalla cartella edita in 130 esemplari dall'Archivio della Grazia di Nuova Scrittura di Milano in occasione della mostra "Poesia concreta in Brasile" curata da Lenora de Barros e Paula Mattioli.

Sono presenti il poema di Augusto de Campos:
- "Pòs tudo"
e tre poemi di Haroldo de Campos:
- "Silêncio"
- "Nascemorre"
- "Fragmento de Galàxias".

In origine la cartella conteneva anche un bifoglio di presentazione con un testo di Lenora de Barros e le seguenti serigrafie:

di Augusto de Campos:
- "O pulsar"
- "Dias dias dias";
di Décio Pignatari:
- "Life"
- "Camélias"
- "Beba Coca-Cola".

Denominazione oggetto:
grafica
Numero d'inventario:
ANS213
Autore:
Campos, Augusto ¬de¬; Campos, Haroldo de
Collezione:
Archivio di Nuova Scrittura, Collezione Museion
Data:
1991
Materiale:
carta
Tecnica:
stampato (serigrafia)
Istituzione:
Fondazione MUSEION. Museo d'arte moderna e contemporanea Bolzano
Dimensioni:
serigrafia (cad.) altezza 50 cm, serigrafia (cad.) larghezza 35 cm
Parola chiave:
Poesia Concreta
Note storico-critiche:
"[...] tra gli altri protagonisti della prima poesia concreta vanno ricordati i rappresentanti del gruppo dei brasiliani Noigandres, riuniti attorno ai fratelli de Campos, e lo svizzero Eugen Gomringer. Senza volersi addentrare nella controversia circa eventuali primogeniture, si può affermare che proprio qui si collocano gli inizi di quanto è definito poesia concreta, rifacendosi in parte alle sperimentazioni degli anni trenta. I poeti concreti degli anni cinquanta avevano potuto riprendere le esperienze dei futuristi che, con le parole in libertà di Marinetti, enunciate nel 1912 nel suo Manifesto tecnico della letteratura futurista, avevano svolto un importante lavoro preparatorio in tal senso. […] Il linguaggio delle poesia non deve quindi più essere uno strumento per indicare qualcosa d'altro, oggetti, pensieri, sentimenti, accadimenti della vita ed elementi della realtà, piuttosto, deve collocarsi al centro, ponendosi come tema. Per superare le convenzioni della poesia in senso tradizionale, i concreti prendono spesso le mosse da elementi minimi del linguaggio scritto e parlato, dalla singola parola o addirittura dalla singola lettera, indagandone significato, suono e valenza visuale. Al posto della sintassi consueta subentra quella che si può definire 'sintassi della superficie', dove gli elementi del linguaggio sono distribuiti topograficamente sulla pagina e posti in relazione tra loro in vario modo: isolati, ripetuti in serie, variati, addensati tra loro. L'andamento lineare della lettura da sinistra a destra e dall'alto verso il basso è scardinato. L'occhio si muove liberamente sulla pagina indagando le varie possibilità combinatorie. Così facendo si entra chiaramente nel territorio dell'arte figurativa, che per sua natura si sviluppa in superficie." (Hapkemeyer, Andreas "Poesia Concreta" in: La parola nell'arte, MART, Skira, Milano 2007, pag. 235-237)

 

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