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Sogni di madre

Contro uno sfondo di paesaggio naturale una giovane donna abbraccia una bambina che le si appoggia alla gamba. Un'altra giovane donna si trova in secondo piano e ha lo sguardo rivolto verso il fruitore. In basso leggermente verso sinistra compare l'iscrizione 'Vita somnium breve'. L'opera è firmata con l'iniziale e il cognome dell'autrice in basso a destra. Sul retro timbro dell'autrice con data 1933

Denominazione oggetto:
dipinto
Numero d'inventario:
D-054
Autore:
Socin, Tullia
Data:
1933
Materiale:
tela
Tecnica:
dipinto (olio)
Istituzione:
Fondazione Socin
Dimensioni:
altezza 93 cm, larghezza 122 cm, con cornice altezza 103 cm, con cornice larghezza 140 cm
Note storico-critiche:
"Sogni di madre" è l'opera proposta nel 1935 alla mostra omonima organizzata dal circolo ANFDAL (Associazione nazionale fascista donne artiste e laureate) di Genova per celebrare la nascita di Maria Pia di Savoia. Allestita nella chiesa di Sant'Agostino, di cui nel 1832 erano stati portati a compimento i restauri affidati a Orlando Grosso, la mostra presieduta dalla regina Elena aveva visto il coinvolgimento di oltre trecentocinquanta artisti provenienti da tutta Italia, accogliendo presenze non solo femminili a differenza di quanto solitamente proposto nelle esposizioni dell'ANFDAL. Inoltre, essa prevedeva che per gli uomini fossero riservati dei premi da lire cinquemila per la pittura e lire seimila per la scultura (vinti rispettivamente da Enzo Innocenti e, ex equo, da Amerigo Canegrati, Raffaele Collina e Riccardo Lombardo) mentre alle donne era destinato un premio di minore entità di lire mille (vinto da Adelina Zandrino). Questa occasione risulta dunque particolarmente esemplificativa di come il sistema delle sindacali, pur favorendo il coinvolgimento femminile nelle attività espositive, risultasse funzionale a una rigida distinzione che trovava un preciso parallelismo nella sostanziale assenza di donne artiste nelle iniziative di carattere nazionale. La datazione dell'opera proposta da Tullia Socin risulta incerta: sul retro del dipinto è infatti riportato un timbro recante il titolo e la data 1933, del tutto incompatibile con il concorso che chiaramente non poteva essere stato indetto prima della nascita della figlia di Umberto II (settembre 1934). È quindi possibile ipotizzare che l'opera - a meno che il timbro non sia spurio - fosse in realtà stata concepita e realizzata in precedenza, e quindi rititolata per l'occasione. In questo caso potrebbe essere un'aggiunta successiva anche l'iscrizione presente che rimanda appunto alla dimensione del sogno: "Vita Somnium Breve". Il motto, che riprende il titolo di un'opera di Arnold Böcklin dedicata alle tre età dell'uomo, sembra tuttavia particolarmente attinente al soggetto dell'opera, in cui ritroviamo appunto una donna matura con. una bambina in primo piano e una donna più giovane sullo sfondo. Nella recensione della mostra pubblicata su "Il Popolo d'Italia" il lavoro della Socin è menzionato tra quelli "degni di considerazione" (A. Zinelli, G. Tamassia, "Tullia Socin Enrico Carmassi", Milano: Skira, 2017)

 

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