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Il grande deposto

La scultura si compone di due parti, da accostarsi in corrispondenza del netto taglio orizzontale all'altezza della vita. La figura acefala è fortemente stilizzata ma comunque chiaramente leggibile, per esempio nelle mani giunte sul ventre. Si individuano parti non patinate, mentre il tono predominante della patina è grigio con tracce di azzurro.

Denominazione oggetto:
scultura
Numero d'inventario:
S-404
Autore:
Carmassi, Enrico; Socin, Tullia
Data:
1964
Materiale:
terracotta
Tecnica:
patinato
Istituzione:
Fondazione Socin
Dimensioni:
altezza 153 cm, larghezza 49 cm, profondità 34 cm
Note storico-critiche:
"Il grande deposto" è una scultura in terracotta patinata costituita da tre diversi blocchi che, una volta accostati, restituiscono in forme stilizzate la figura di Cristo adagiato sul pavimento dopo la deposizione dalla croce. "Il Grande Deposto" viene esposto alla Galleria del Golfo di La Spezia nel 1964.
Negli anni trenta lo scultore si era cimentato con la creazione di opere di carattere religioso di grandi dimensioni realizzando, ad esempio, le statue dei santi Andrea e Cipriano nella chiesa dell'Ospedale Civile di La Spezia, e in tutta la sua carriera non mancano testimonianze di una produzione di arte di soggetto sacro anche di dimensioni più ridotte. Si va dal rilievo in gesso, forse un bozzetto per il dettaglio di un sepolcro, raffigurante la "Deposizione" nelle sue forme più tipiche con il corpo esanime di Gesù sorretto dalla vergine e dalle dolenti, ai disegni rapidi nell'esecuzione ma fedeli alle iconografie tradizionali, alle realizzazioni più raffinate e rifinite, come ad esempio il crocifisso in bronzo, una delle non numerosissime opere realizzate da Enrico Carmassi con questo materiale. Cronologicamente vicino a "Il grande deposto" - e presente alla medesima mostra spezzina del 1964 - è l'"Ecce homo". Anche questa scultura è realizzata in terracotta patinata e si rifà all'iconografia tradizionale di Gesù in uno dei momenti della Passione.

 

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