Amici carissimi,
correva lanno 1964. Ero allora un sottotenente
sbarbatello di 22 anni e nel contempo fotografo dilettante:
in entrambi i casi alle "primissime armi".
Avevo da poco acquistato una Leica M2 (mitica!) e
così ho iniziato a fotografare, un po per scherzo,
un po per gli amici.
Solo più avanti mi resi conto di aver raccolto una
documentazione particolare e per completarla, pur
avendo terminato il servizio di prima nomina, feci
domanda per essere richiamato al mondo alpino.
Fui accontentato: volevo concretizzare lidea
di pubblicare una raccolta dimmagini che trasmettesse
e ricordasse ai giovani e ai "veci" lesperienza,
che allora sembrava senza fine, ma comunque unica
e indimenticabile, della caserma, del campo invernale
e del campo estivo, fino al congedo e alle straordinarie
adunate dellANA.
Nel 1968 ho avuto la gioia di vedere la mia idea
realizzata.
Il libro "Noi alpini" era pronto e godeva
della prefazione di Giulio Bedeschi, lindimenticabile
autore di "Centomila gavette di ghiaccio".
Due edizioni, 3.000 copie esaurite in breve tempo.
Poi la vita, il lavoro.
Per molto, molto tempo foto e libro sono rimasti
in un cassetto.
Ora, dopo 35 anni un nuovo "clik", ma di
nostalgia.
Ho rispolverato il materiale ed i vecchi negativi
(ahimé qualcuno non ha retto al tempo); ho approntato,
con laiuto di meravigliosi personaggi, una mostra
itinerante e per la terza volta ho fatto ristampare
questo libro in una edizione ampliata e con una veste
grafica rinnovata.
Rivedendo le mie fotografie mi sono accorto che le
immagini hanno assunto anche un aspetto storico.
Documentano una vita completamente differente, nei
fatti e nelle cose, da quella di oggigiorno (anche
se lo spirito è stato e sarà sempre lo stesso): diversi
gli armamenti, le divise, mezzi di trasporto e poi
non ci sono più i nostri amici muli.
A Loro ho dedicato unattenzione particolare.
Vorrei che tutti gli alpini di qualsiasi età e grado,
mortaisti, cucinieri, fucilieri, conducenti di muli,
tutti insomma, potessero riconoscersi e ritrovarsi,
sfogliando questo libro, almeno in una delle situazioni
catturate dalla mia Leica.
Mi riterrò inoltre felice se sarò riuscito a far
capire ai parenti e agli amici delle penne nere cosa
intendiamo quando diciamo con una punta di orgoglio:
"Sono un Alpino".
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Enzo Isaia
Dal libro "NOI ALPINI" Terza
edizione 1999
Enzo Isaia
Fotografo pubblicitario
Si dedica in particolar modo a grandi still-life:automobili,
autocarri, trattori, aerei.
Da anni effettua ricerche personali sul paesaggio
e sul reportage (sua prima grande passione).
Vive e lavora a Torino.