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Le stazioni della Val Venosta, veri monumenti da domani di nuovo operativi

Con l'inaugurazione della nuova ferfovia della Val Venosta riprendono la loro funzione gli edifici ferroviari. Si tratta di verie propri monumenti, conservati e ristrutturati secondo al forma originaria. La direttrice dell'Ufficio provinciale Beni architettonici e artistici Waltraud Kofler traccia un bilancio del loro utilizzo e delle relative procedure di tutela. I lavori di ristrutturazione sono stati coordinati dalla Ripartizione Beni culturali.

Ultimi ritocchi alla stazione di Naturno (foto: USP/Pernter)

"La catalogazione, la tutela e la conservazione delle testimonianze dello sviluppo della tecnica, dell’industria e dei trasporti in quanto parte integrante del patrimonio storico e culturale", spiega la dott.ssa Kofler, "ha guadagnato in attualità in tutta Europa a partire dagli anni ‘70. Ed anche in Alto Adige è stato possibile negli ultimi decenni porre sotto vincolo di tutela storico-artistica centrali elettriche, fabbriche e ponti, e, nel 2004, gli edifici delle linee ferroviarie Bolzano-Brennero, Bolzano-Merano e della Val Pusteria. Non poco è tuttavia andato perduto vittima del progresso, della mancanza di manutenzione e di conoscenza del patrimonio. Ed i monumenti “tecnici” godono di scarsa considerazione da parte dell’opinione pubblica, rispetto alle chiese, ai castelli, alle case dei centri storici o alle case contadine, sebbene contribuiscano, al pari di essi, a determinare il volto del nostro paesaggio costruito".

Per quanto riguarda gli edifici della ferrovia della Val Venosta, si tratta del primo complesso ferroviario posto sotto tutela storico-artistica nella Provincia di Bolzano. Come spiega la direttrice dell'Ufficio Beni architettonici e artistici, "la stazione di Merano, i fabbricati passeggeri con le loro abitazioni di servizio di Lagundo, Marlengo, Tel, Naturno, Val Senales, Castelbello, Laces, Coldrano, Silandro, Lasa, Oris, Spondigna, Sluderno, e Malles, le vecchie torri-cisterna di Tel, Laces, Lasa e Malles, i magazzini e gli edifici secondari sono stati costruiti, ad eccezione dell’ampliamento e della sopraelevazione della stazione di Malles, tra il 1903 e il 1906 contemporaneamente alla linea ferroviaria, e hanno conservato fino ad oggi in gran parte le forme originarie. Solo le coperture dei tetti, i pavimenti e la tinteggiatura sono state rinnovate nel corso del tempo. Tutti i progetti sono datati 1904 e firmati da Konstantin Ritter von Chabert, ingegnere dell´Imperialregio Ministero delle Ferrovie e direttore capo dei lavori della ferrovia della Val Venosta".

"Mentre per la stazione di Merano", aggiunge la dott.ssa Kofler, "Chabert si era ispirato all’architettura dei palazzi barocchi e alle costruzioni per i trasporti pubblici realizzate a Vienna da Otto Wagner, per le costruzioni ferroviarie della Val Venosta scelse un repertorio tipologico tipicamente rurale, con riferimento allo Storicismo e allo “Heimatstil”. Le forme “Jugendstil” vengono integrate soprattutto nell’ambito delle parti in legno e delle pitture a stampo. Gli edifici, a differenza di quelli delle linee del Brennero e della Pusteria, sono in muratura intonacata, con tetto a due falde tronche, rivestimenti in legno e struttura a graticcio dei frontoni e con avancorpi in legno simili a verande, e seguono i progetti normativi delle Ferrovie Austriache, nelle linee locali della Wachau (1909), della ferrovia di Pyhrn (1905-1909) e della “Wechselbahn”. A seconda delle dimensioni della località, vennero realizzati tre tipi di edificio con dettagli esecutivi esattamente definiti, eseguiti artigianalmente, ma pensati già secondo una logica seriale: il tipo monopiano (a Lagundo, Marlengo, Naturno, Castelbello, Coldrano, Oris e Malles), quello con casa d’abitazione a due piani (a Tel, Senales, Stava, Laces, Silandro, Lasa e Sluderno), e il tipo più rappresentativo con fabbricato viaggiatori e avancorpo a veranda. Quest’ultimo si trova a Spondigna, la stazione di scambio più interessante sul piano turistico, con prosecuzione verso la zona dell’Ortles. Persino la tinteggiatura era la stessa per tutte le stazioni, conformemente alla linea progettuale unitaria seguita: superfici intonacate grigio-chiare con lesene e angolari giallo-chiaro, rosso-verde per i rivestimenti in legno, gli intradossi dei tetti e le verande".

"La rimessa di Malles e le torri-cisterna di Tel e Laces sono sorte nel periodo tra le due guerre e contrastano per il loro aspetto di costruzioni funzionali in calcestruzzo con le facciate storicizzanti austro-ungariche delle stazioni. Benché abbiano perso la loro funzione originale, restano meritevoli di tutela come testimonianze del trasporto locale e della sua evoluzione".

"Nel quadro della riattivazione della ferrovia della Val Venosta, negli ultimi mesi è stata risanata a regola d’arte la maggior parte delle stazioni, come pure alcune rimesse, ponendo attenzione sia alla conservazione del costruito originale che al mobilio superstite. Tuttavia, il lungo abbandono e il vandalismo che ne è conseguito hanno causato perdite di non poco rilievo. Inoltre nuove necessità funzionali – le stazioni vennero utilizzate solo in piccola parte in quanto tali – hanno richiesto nuove suddivisioni degli spazi, impianti sanitari e altre modifiche".

"Una particolare attenzione è stata riservata dalla tutela dei monumenti alla conservazione della tonalità originale della tinteggiatura, accertata dalle prove. La maggior parte delle tettoie-deposito in legno ha potuto rimanere conservata, nonostante alcune resistenze – anch’esse appartengono alle costruzioni degne di tutela della linea ferroviaria. Verranno impiegate in parte per il noleggio biciclette o servizi analoghi. La stazione di Senales è stata messa a disposizione dell’Associazione Amici della Ferrovia come sede sociale".

"Gli edifici storici della ferrovia della Val Venosta", conclude Waltraud Kofler, "rendono immediatamente visibile e vivibile all’utente la storia della ferrovia lungo il suo tracciato, ora modernizzato. In quanto veicolo della memoria collettiva collegano passato e presente all’interno di un nuovo programma di trasporto pubblico su rotaia".

MC

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