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Convegno internazionale di paleobotanica e palinologia al Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige

Si è svolto nei giorni scorsi presso il Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige un convegno internazionale su “Paleobotanica e palinologia”. Questo ramo di ricerca si occupa dello studio di piante e pollini fossili. Hanno preso parte al congresso 30 palinologi e paleobotanici di livello internazionale provenienti da vari Paesi europei.

Particolarmente numerosa la delegazione di scienziati provenienti dalla Germania, un Paese nel quale erano state raccolte e studiate piante fossili già a partire dal XIX secolo e che è considerato oggi, insieme alla Francia, la culla della paleobotanica e della palinologia.

Hanno preso parte ai lavori del convegno anche l’assessora alla cultura, Sabina kasslatter Mur, il presidente dei Musei provinciali, Bruno Hosp, ed il direttore del Museo, Vito Zingerle. Anche se la paleobotanica e palinologia rappresentano solo una parte ridotta del campo della paleontologia, si registra negli ultimi decenni una continua crescita di interesse nei loro confronti, specialmente all’estero.

Lo studio delle piante e dei pollini fossili non soloconsente di ottenere informazioni sulle piante, che popolavano molti milioni di anni fa la terraferma, bensì fornisce dati anche sul clima al quale queste piante erano soggette. Lo studio delle oscillazioni climatiche dei periodi antecedenti alla presenza dell’uomo, a sua volta, permette di trarre delle ipotesi su quanto le oscillazioni osservate oggi siano di origine “naturale” oppure “dell’uomo”. Inoltre, lo studio dei pollini fossili, è importante per la datazione dell’età delle rocce nell’industria petrolifera.

In Alto Adige, specialmente nelle Dolomiti, gran parte delle rocce affioranti è di età permiana (di ca. 292-251 Mio. di anni fa) oppure di età triassica (di ca. 251-205 Mio. di anni fa). Ritrovamenti fossili come pure la letteratura degli ultimi 20 anni dimostrano che queste rocce sono altamente ricche di fossili e quindi di grande interesse scientifico. Questo rende l’Alto Adige particolarmente interessante per gli esperti in questo settore. Inoltre, l’Alto Adige fa parte di quelle aree nel mondo, nelle quali il limite tra il Permiano ed il Triassico („P/T-boundary“) è particolarmente ben affiorante.

Località, come per esempio il Bletterbach, nel quale il limite è particolarmente ben conservato, attirano da decenni scienziati da tutto il mondo. Il Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige custodisce una delle collezioni paleobotaniche più importanti per quanto riguarda il Triassico dell’area alpina. Queste collezioni sono state in parte già studiate e pubblicate in riviste internazionali specializzate. In parte sono ancora oggetto di studio di un gruppo di esperti internazionali.

L’importanza di questo “workshop” internazionale è stato quello di riunire sia esperti di questo settore sia giovani scienziati emergenti. Il Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige non solo ospita una delle collezioni triassiche più importanti di questo settore, ma, come ha già dimostrato con “Le giornate della paleontologia” nel 2004, è anche un punto d’incontro per scienziati di tutto il mondo.

FG