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Presentato il volume “The Chalcolithic Mummy” su Ötzi

Una pubblicazione del Museo Archeologico dell’Alto Adige

Presentato il volume “The Chalcolithic Mummy” su Ötzi
È stato presentato questa mattina presso il Museo Archeologico provinciale  il nuovo volume scientifico della “Collana del Museo Archeologico dell’Alto Adige” per i tipi della casa editrice “Folio”. 

La pubblicazione, curata da Marco Samadelli, dal titolo “The Chalcolithic Mummy”, illustra la raffinata e complessa tecnica di conservazione con cui la mummia umida più antica del mondo, l’Uomo venuto dal ghiaccio, viene conservata dal 1998 nel Museo Archeologico dell’Alto Adige. 

Per 5300 anni questo compito è stato assolto dal ghiacciaio. Con il rinvenimento della mummia le moderne tecniche di conservazione hanno dovuto sostituirsi alla natura. 

La sfida per gli scienziati non è stata solo la conservazione della mummia umida: si è dovuta sviluppare una tecnologia di raffreddamento che rendesse possibile una presentazione museale del reperto, e nello stesso tempo soddisfacesse le esigenze di sicurezza e non alterasse i parametri fisici e biochimici. 

Dopo dieci anni di esperimenti e di costanti miglioramenti la tecnica di conservazione messa a punto nel Museo Archeologico dell’Alto Adige ha raggiunto ad oggi un livello unico al mondo. Il volume raccoglie dodici contributi e numerose immagini inedite a colori.

Per la sua rilevanza internazionale è stato scelto l’inglese come lingua di pubblicazione, accompagnato da abstracts in tedesco e in italiano. 

Hanno preso parte alla presentazione del volume, oltre a Marco Samadelli, curatore della pubblicazione, Lorenzo Dal Ri, direttore dell’Ufficio Beni archeologici della Provincia di Bolzano e coautore dell’opera, il quale ha illustrato i risultati in campo archeologico, che impongono un ripensamento radicale delle ipotesi finora generalmente accettate sullo stato sociale del defunto e sulle circostanze della sua morte; Eduard Egarter-Vigl, responsabile della conservazione dell’uomo venuto dal ghiaccio e coautore dell’opera, che ha parlato dei metodi e delle condizioni di conservazione nel Museo Archeologico dell’Alto Adige.  

Sono intervenuti, inoltre, Bruno Hosp, presidente dei Musei Provinciali Altoatesini, Angelika Fleckinger, direttrice del Museo Archeologico dell’Alto Adige, ed Hermann Gummerer, responsabile della casa editrice Folio Verlag.  

 

FG

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