Attualità
Restaurata la Chiesa di S.Floriano, "Klösterle, a Laghetti di Egna
La Chiesa di S.Floriano a Laghetti di Egna, conosciuta come "Klösterle", è tornata al suo antico splendore dopo la conclusione di una serie di lavori di restauro eseguiti sotto la supervisione dell'Ufficio beni architettonici ed artistici della Soprintendenza provinciale ai beni culturali.
![](/news/img/lazy.gif)
La chiesa di S. Floriano, uno degli importanti edifici sacrali della Bassa Atesina, è sempre stata oggetto di indagini scientifiche e di studi storico-artistici. Ancora oggi non è stata data una risposta alla complessa storia costruttiva della chiesa, situata in posizione isolata sulla strada statale tra Egna e Salorno, e al contesto storico-religioso a questa connesso.
Menzionata per la prima volta nel 1189, appartenne all´ex ospizio che offriva alloggio ai viaggiatori e ai pellegrini diretti a Roma e in Terra Santa. Numerosi erano gli ospizi al tempo delle Crociate, nei secoli XII e nel XIII. Inizialmente assai benestante, l´ospizio decadde visibilmente tra il XIII e il XIV secolo, venne sciolto dal vescovo Enrico e incorporato al convento di S. Michele.
La navata della chiesa con l´ingresso sud murato data nel XII secolo, mentre l´alto quadrato presbiteriale con abside semicircolare risale alla seconda metà del XIII secolo. Intorno al 1490 il coro è dotato di una volta e le pareti vengono dipinte, nel XVII secolo la navata viene reintonacata ed è modificata la forma delle finestre.
Come la storia costruttiva di S. Floriano è complessa anche la storia del suo restauro. Gli ultimi grandi lavori di ripristino e restauro interessarono in particolare i tetti, danneggiati durante la guerra, e vennero eseguiti tra il 1953 e il 1955 sotto la direzione della Soprintendenza di Trento.
Meno gravosi erano i danni per la cui rimozione si è adoperata la Parrocchia di Magré sotto la direzione dell´Ufficio Beni architettonici e artistici. Sono stati necessari lavori di riparazione del tetto, ritocchi agli intonaci e alle cornici in pietra arenaria, nonché opere di conservazione delle pitture murali. D´interesse per la storia dell´arte è il frammento di pittura della navata, che rappresenta uno dei pochi esempi conservati di dipinti murali tardoromanici della Bassa Atesina. Notevoli sono inoltre le opere a rilievo dell´abside del XIII secolo con la raffigurazione di motivi zoomorfi. E´stato possibile acquisire nuove informazioni circa la successione di strati di intonaco e pittura e la loro cronologia.
I lavori di restauro sono stati eseguiti dai restauratori Lucia Giacomozzi, Giuvani Moling, Fiorella Tapparelli e Stefan Wörz. Lo scavo archeologico è stato eseguito da Alberto Alberti. Le opere sono state finanziate per il 70% dei costi riconosciuti dalla Provincia - Dipartimento alla Famiglia, Tutela dei Monumenti e Cultura Tedesca.
I lavori sono stati controllati anche dall´Ufficio Beni Archeologici. Le opere di scavo per la predisposizione di un drenaggio lungo i muri esterni hanno condotto al ritrovamento di strutture murarie che potrebbero risalire presumibilmente all´ospizio. E´stato possibile portare alla luce un muro massiccio disposto in direzione perpendicolare alla parete nord della chiesa. In tutta l´area esterna della chiesa più volte colpita da alluvioni nel corso dei secoli sono stati messe in luce numerose tombe orientate in senso est-ovest. All´interno è stato rimosso nel corso dei lavori di scavo il pavimento realizzato nell´ultimo secolo, sotto il quale sono emerse tracce di fasi costruttive più antiche, come pure resti di altari. Si è rinunciato per ragioni statiche a rimuovere il livello pavimentale inferiore della navata e allo scoprimento integrale di tutte le strutture sotterranee nell´ambito dell´abside. Accenni nella bibliografia a reperti più antichi, prevalentemente d´epoca romana hanno lasciato supporre l´esistenza di una costruzione precedente altomedievale. Di quest´ultima non è stato tuttavia possibile reperire alcuna testimonianza.
SA