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Presentato il nuovo Istituto di ricerca per le mummie e l'Iceman

Bolzano è sempre più la casa di Ötzi. Da ora, infatti, l'uomo venuto dal ghiaccio ha anche un proprio Istituto di ricerca che raccoglierà la documentazione scientifica sulle mummie, e coordinerà nuovi lavori di ricerca. Il polo, che punta ad imporsi a livello internazionale, avrà la propria sede presso l'Eurac di Bolzano.

La sempre più stretta collaborazione tra il Museo Archeologico dell'Alto Adige e l'Accademia Europea di Bolzano (Eurac) ha portato alla nascita dell'Istituto per le mummie e l'Iceman. La ricerca su Ötzi, negli ultimi anni, si è quasi sempre svolta al di fuori dei confini altoatesini, mentre ora sarà proprio Bolzano ad essere al centro dell'attenzione. Il nuovo Istituto, che sarà diretto dal germanico Albert Zink, ricercatore e docente presso l'Università di Monaco, scelto tra una quindicina di candidati provenienti da 5 nazioni, punta da un lato a raccogliere la documentazione scientifica sull'uomo venuto dal ghiaccio, e dall'altro a promuovere e coordinare l'attività di ricerca internazionale sulle mummie dei ghiacci.

"Riteniamo giusto - ha spiegato il presidente della giunta provinciale Luis Durnwalder - costruire attorno ad Ötzi una struttura in grado di diventare punto di riferimento a livello internazionale. La stretta collaborazione tra il Museo e l'Eurac rappresenta inoltre un'eccellente opportunità di raccordo tra le conoscenze e le competenze di queste due istituzioni". Il progetto potrà contare su un finanziamento iniziale di oltre un milione di euro spalmato su tre anni, garantito per la maggior parte dalla Provincia, ma anche dalla Fondazione Cassa di Risparmio. Durnwalder ha comunque assicurato il sostegno dell'amministrazione provinciale anche per il futuro.

Alla conferenza stampa di presentazione dell'Istituto per le mummie e l'Iceman hanno partecipato anche gli assessori provinciali Otto Saurer e Sabine Kasslatter Mur. "L'internazionalità e l'interdisciplinarietà che caratterizzano questo nuovo istituto - ha commentato Saurer - rispettano in pieno le caratteristiche degli investimenti portati avanti dalla Provincia nel settore della ricerca, puntando al sostegno di progetti di eccellenza e capaci di imporsi a livello internazionale". "Un museo - ha sottolineato invece la Kasslatter Mur - non può limitarsi all'esposizione, ma, proprio come nel caso del Museo Archeologico, deve dare impulso anche all'attività di ricerca. Solo in questo modo, infatti, un museo si mantiene vivo, e tiene alto l'interesse del pubblico e dei ricercatori nei suoi confronti".

I risultati delle ricerche svolte all'interno dell'Istituto saranno diffusi attraverso pubblicazioni, e verranno organizzati convegni, seminari e corsi di formazione. Saranno inoltre concesse borse di studio, e ci sarà un impegno sempre maggiore nella ricerca di finanziamenti da parte di istituzioni e sponsor privati.

mb