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Presentata alla stampa la mostra: "La persecuzione degli ebrei in Italia"

Si è svolta questa mattina presso la Galleria Civica, in Piazza Domenicani a Bolzano la conferenza stampa per la presentazione della mostra "La persecuzione degli ebrei in Italia - Die Judenverfolgung in Italien 1938–1945. Documenti per una storia".

Sarà inaugurata questa sera alle ore 18,00 presso la Galleria Civica in Piazza Domenicani a Bolzano la mostra "La persecuzione degli ebrei in Italia - Die Judenverfolgung in Italien 1938–1945. Documenti per una storia"  realizzata dal CDEC (Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea) nella quale è illustrata, attraverso i documenti dell'epoca, la persecuzione degli ebrei avvenuta in Italia, mettendo in luce sia la storia complessiva, sia le vicissitudini dei singoli anche con riferimenti alla storia locale.

Sono intervenuti alla conferenza stampa Milena Cossetto, responsabile del Lab*doc storia/Geschichte e della rivista "STORIA E” in rappresentanza  dell'intendente scolastico sostituto, dott. Claudio Vidoni, l'assessore alla Cultura, Ricerca e Piano Sviluppo Strategico Idee 2015 del Comune di Bolzano, Primo Schönsberg, Cinzia Villani e Sieglinde Clementi di Geschichte und Region/Storia e Regione e Michele Sarfatti, direttore del CDEC, Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea.

Tra il 1933 e il 1945, in gran parte dell'Europa, gli ebrei vennero colpiti da una persecuzione durissima, culminata in eccidi di massa e in uccisioni nelle camere a gas. Alle vittime vennero dapprima negati quasi tutti i diritti civili e poi il diritto stesso alla vita. In Italia la persecuzione si sviluppò nelle due fasi del 1938-43,con le leggi antiebraiche emanate dal governo fascista nel Regno d'Italia, e del 1943-45, con gli arresti e le deportazioni decisi e attuati dalla Repubblica Sociale Italiana e dall'occupante tedesco.

Questa Mostra, realizzata dal CDEC (Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea) racconta, attraverso i documenti dell'epoca, la persecuzione avvenuta in Italia, mettendo in luce sia la storia complessiva, sia le vicissitudini dei singoli. È una Mostra da visitare e da studiare per conoscere, per comprendere, per conservare la memoria delle vittime.

L'Intendenza Scolastica Italiana (con il Lab*doc storia/Geschichte e la rivista "STORIA E") e il Gruppo di Ricerca Storia e regione/Geschichte und Region hanno pensato di proporre questo lavoro del CDEC anche in versione tedesca, aggiungendo inoltre alcuni pannelli bilingui sulle specifiche vicende della persecuzione degli ebrei in provincia di Bolzano, in seguito all'emanazione delle leggi razziali (1938) e durante l'occupazione nazista quando le province di Bolzano,Trento e Belluno divennero di fatto parte del Terzo Reich come "Zona di Operazione Prealpi".

Michele Sarfatti, direttore del CDEC, Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea, ha sottolineato nel corso del suo intervento l’importanza di questa mostra documentaria nella quale vengono presentate le riproduzioni di numerosi documenti dell’epoca riguardanti sia le leggi antiebraiche, che la successiva persecuzione e lo sterminio degli ebrei italiani.

Cinzia Villani, storica che ha curato la parte della mostra riguardante la persecuzione degli ebrei altoatesini, ha sottolineato che nell’ambito delle “Opzioni” del 1939 l’Alto Adige è stato forse il primo a livello continentale a decretare l’espulsione, nell’arco di 48 ore, di tutti gli ebrei stranieri presenti sul suo territorio con un apposito decreto del prefetto Mastromattei.

Mentre nel 1938 erano residenti, solo nella città di Merano, oltre 900 ebrei, nel 1941 essi erano poco più di 100 in tutto l’Alto Adige e solo poche decine fecero ritorno dai campi di concentramento nazisti alla fine della guerra.

La mostra si propone quindi come un momento di riflessione e di approfondimento soprattutto alle scolaresche, sono infatti previste visite guidate gratuite nel corso della mattina che avranno luogo il martedì ed il venerdì in lingua tedesca ed il mercoledì, giovedì e sabato in italiano.

A Olimpia Carpi, nata a Bolzano nel 1940 e morta ad Auschwitz probabilmente nel 1944, la più giovane vittima dalla Shoah in Sudtirolo, è dedicato questo lavoro.

FG