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Nuove importanti scoperte archeologiche a San Lorenzo di Sebato

Gli scavi dell'Ufficio provinciale Beni archeologici hanno portato alla luce 84 tombe risalenti ad epoca romana. Alcune di esse racchiudevano corredi funerari di grande ricchezza.

Accompagnato dal Sindaco di San Lorenzo di Sebato Helmut Gräber, oltre che dal Sovrintendente provinciale Helmut Stampfer, l'assessore ai Beni culturali Bruno Hosp ha visitato nei giorni scorsi gli scavi che l’Ufficio Beni Archeologici conduce nell’ambito di una necropoli romana scoperta nei pressi della segheria Plankensteiner, presso San Lorenzo di Sebato.

Dopo la fortunata campagna del 2001, nuove importanti scoperte si aggiungono a quella che può già considerarsi una delle più estese necropoli romane scavate negli ultimi anni nella nostra provincia. Sono state infatti portate alla luce ben 84 tombe appartenenti ad un vasto cimitero che abbraccia l’intero arco cronologico della presenza romana in Alto Adige, e cioè dal I al IV-V sec. d.C. Le sepolture più antiche prevedevano il rito dell’incinerazione: le ceneri di non meno di 47 individui furono seppellite in urne a loro volta interrate in semplici fosse scavate nel terreno. A partire dal III/IV secolo si impose il rito della inumazione del cadavere supino, di norma accompagnato da oggetti di corredo come monili, vasellame, armi o arnesi della vita quotidiana: sono 37 le sepolture di questo tipo ritrovate.

Viva impressione ha suscitato il ricchissimo corredo emerso dalla tomba di una donna di circa trent’anni, seppellita con orecchini d’argento, collana a vari fili di perle di pasta di vetro, un anello al dito, una fibula in bronzo, un bracciale di perle di pasta di vetro poligonali, un bicchiere di vetro di fattura finissima, conservatosi miracolosamente intatto fino ad oggi, un vaso e una ciotola in terracotta, un coltello in ferro con fascette di bronzo, un punteruolo anch’esso in ferro con finiture in osso. Di pari ricchezza un’altra tomba femminile – vi era deposta una giovane di circa 19-20 anni di età – il cui corredo era costituito da due orecchini d’oro con perle di pasta vitrea, un anello d’argento con monogramma probabilmente cristiano, un bicchiere in vetro, un vaso di terracotta e un coltello in ferro.

La necropoli, che si estende in direzione sud e ovest oltre i confini delle particelle attualmente in corso di scavo, doveva svilupparsi lungo un’arteria stradale che, uscendo da Sebatum, si dirigeva verso est: due tombe a cassa murata scavate all’estremità orientale della necropoli possono forse riferirsi a veri e propri piccoli monumenti funebri, com’era nell’uso funerario dei ceti più abbienti.

Se è vero che talvolta le necessità di tutela del patrimonio archeologico impongono sacrifici ai proprietari privati, è anche vero che in questa occasione le tre imprese i cui fabbricati sorgeranno nei terreni ora oggetto di scavo (Edilfer, Innerhofer e Plankensteiner) hanno mostrato uno spirito di collaborazione encomiabile, premiato dalla rapidità con cui sono stati liberati i terreni. Un fortunato esempio di come le necessità della ricerca scientifica e gli interessi di imprese private possano coesistere dove esista la buona volontà e il rispetto per il patrimonio archeologico.

MC