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Dedicata ad Ötzi la copertina del numero di novembre di "National Geographic"

L’ultimo pasto di Ötzi: è il tema di un ampio reportage che la rivista di divulgazione scientifica “National Geographic”, pubblicata in 34 Paesi, dedica alla mummia nell’edizione di novembre, in uscita domani 27 ottobre in Germania e sabato 28 ottobre in Italia. L’Uomo venuto dal ghiaccio, conservato al Museo Archeologico dell’Alto Adige, e le più recenti indagini scientifiche sul suo ultimo pasto sono i protagonisti di una storia che verrà letta da 1,37 milioni di persone in tutto il mondo.

Le analisi di alcuni campioni prelevati nel novembre dell’anno scorso hanno svelato nuove conoscenze su Ötzi, la celebre mummia dei ghiacci vecchia di 5.300 anni.

L’Uomo venuto dal ghiaccio si è cibato per un lungo periodo di tempo principalmente di carne: lo fanno desumere i calcoli biliari trovati nel corso di un’indagine condotta col metodo della tomografia computerizzata.

Anche gli ultimi pasti di Ötzi sono ora chiaramente identificabili, come riferisce il reportage pubblicato nell’edizione di novembre della rivista NATIONAL GEOGRAPHIC, in uscita domani, venerdì 27 ottobre, in Germania e sabato 28 ottobre in Italia.

La versione online del magazine, disponibile alla pagina www.nationalgeographic.it nella sezione Scienza, propone inoltre un’intervista a Klaus Oeggl, archeobotanico dell’Università di Innsbruck, che illustra le recentissime scoperte sulle abitudini alimentari dell’Uomo venuto dal ghiaccio.

Ötzi si alimentava seguendo una dieta varia e equilibrata. In un primo pasto consumò carne di stambecco, nel penultimo carne di cervo e, nell’ultimo, di nuovo stambecco. Oltre a ciò, assunse ogni volta qualcosa di simile al pane e vegetali come verdure o insalata. Evidentemente la carne di cervo non era più molto fresca, perché conteneva una larva di mosca, ritrovata nell’intestino della mummia.

L’Uomo venuto dal ghiaccio apparteneva già a una società di coltivatori e allevatori stanziali. Lo si desume dai cereali ritrovati con lui – in particolare orzo comune e farro piccolo - che rientrano tra le varietà principali della prima ondata di specie coltivate. Inoltre Ötzi indossava vestiti di pelli di capra, pecora e vitello, che lasciano supporre che all’epoca venisse già praticato l’allevamento.

Oltre all’autopsia, gli scienziati hanno eseguito anche una analisi del DNA. Sulla base di essa è certo che l’Uomo venuto dal ghiaccio aveva occhi marroni. E che il suo stato di salute non era dei migliori: l’indagine fornisce i primi indizi di una disposizione genetica ad un elevato rischio di arteriosclerosi. Se i suoi aggressori non l’avessero ucciso con una freccia, presumibilmente Ötzi sarebbe morto di infarto cardiaco o di ictus – questa l’opinione dei ricercatori.

Dalla primavera del 2011, il Museo Archeologico dell’Alto Adige ospita la mostra temporanea “Ötzi20 – Life. Science. Fiction. Reality”. L’esposizione presenta le conoscenze acquisite in 20 anni di ricerca e storia dal ritrovamento della mummia.

In seguito al successo di pubblico, la mostra è stata prolungata fino al 13 gennaio 2013. NATIONAL GEOGRAPHIC GERMANIA accompagna la multiforme esposizione in qualità di partner media.

FG