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DOPODOMANI 16.09 evento chiude Nel cerchio dell'arte. Conflitto 2014-1914

Con l'incontro dal titolo "Ignoto", in collaborazione con il Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto e la Galleria Goethe 2, via Cappuccini Bolzano si conclude DOPODOMANI, mercoledì 16.09, alle 18, presso il Centro Culturale Trevi, in via Cappuccini 28 a Bolzano "Nel cerchio dell'arte. Conflitto 2014-1914" (chiude il 20.09.2015).

La storica dell'arte Daniela Ferrari del team curatoriale incontrerà l'artista Andrea Facco. La stessa Ferrari lo introduce come segue.

L'incontro prevede una conversazione a due sulla genesi dell'opera Monumento alla pittura, esposta al Mart e presente nel percorso multimediale del Centro Trevi, nella quale Andrea Facco ha rappresentato a grandezza naturale la lapide commemorativa per Umberto Boccioni, posta nella periferia padana a memoria del luogo dove il grande futurista cadde da cavallo e perse così la vita.

Daniela Ferrari parlerà di Umberto Boccioni e dell'evolvere della sua poetica per introdurre e porre in relazione questa figura così carismatica del futurismo nel percorso creativo del giovane artista veronese Andrea Facco. La parola passerà poi a Facco che racconterà come è nato il suo dipinto e come si è ulteriormente sviluppato il suo ragionamento sul termine "ignoto".

Ignoto: non conosciuto, partire per una destinazione ignota, opera d'autore ignoto, figlio di genitori ignoti, milite ignoto: il caduto di cui non si conosce il nome, simbolo di dedizione estrema alla patria; sconosciuto: che non si è mai visto e conosciuto prima, misterioso, inesplorato, ignoto.

"Così viviamo pensando d'essere, così sconosciuti a noi stessi viviamo", ci ricorda Facco che per l'occasione allestisce presso la vicina Galleria Goethe 2 di Alessandro Casciaro, le sue recenti e ancora inedite fatiche. Ci si sposterà quindi presso la Galleria che dista pochi passi dal Centro Trevi per entrare nel vivo dell'installazione.

La prima opera è una scultura di pittura, una tecnica ideata dallo stesso artista. Si tratta di una Vanitas, come memento mori del pittore, da non intendersi come rappresentazione simbolica dell'inconsistenza e della fragilità della vita umana, ma come aspetto meditativo del pittore stesso.

"Come colui che vaga per le vie perdendosi, come nelle passeggiate surrealiste, come i pittori d'un epoca non lontana che portavano sulle spalle gli attrezzi del mestiere e perlustravano in lungo e in largo le strade di campagna alla ricerca di un soggetto da dipingere, come un impulso al vagabondare e alla smania di entrare in contatto con la ‘natura'. L'idea del flâneur che si procaccia le immagini perdendosi è la metafora di come inciampo nella lapide di Boccioni e come scopro cercando al cimitero monumentale di Verona la lapide del futurista, ma anche una distesa biancheggiante di croci marmoree con su inciso sconosciuto", dice l'artista.

Questa riflessione su ciò che non ci è noto dà vita all'acrilico su tela Ignoto (270 x 300 cm), che non vuole essere solo un omaggio al milite ignoto, il caduto di cui non si conosce il nome, simbolo di dedizione estrema alla patria, ma a tutte le vittime sconosciute per guerre di ieri, di oggi, di domani.

E in senso più intimo l'opera vale come autoritratto, come ritratto collettivo: siamo sconosciuti a noi stessi e l'ignoto è ciò che si pone davanti a noi.

La terza opera è composta da due immagini dipinte su carta, dalla serie Potenziali convergenze. Due immagini di guerra: una battaglia tratta da un particolare di un quadro antico che si pone in relazione con una guerriglia urbana, precisamente un'immagine del G8 di Genova. Le due immagini seppur prese da storie e tempi lontani di secoli sono sovrapponibili, sono la stessa cosa, coincidono. Come a rimarcare il fatto che il tempo sia un'illusione e che la storia si ripete: lo "sconosciuto" siamo noi.

SA