Attualità

Incontro con Franco Roberti, procuratore nazionale antimafia

Nell’ambito del progetto “Testimoni di coraggio civile” 300 studenti hanno incontrato al “Rainerum” Franco Roberti, procuratore nazionale antimafia.

Franco Roberti nel corso del suo intervento al "Rainerum"

Il momento formativo, aperto a tutte le scuole superiori della provincia di Bolzano e agli alunni che frequentano la terza media, ha inaugurato l’edizione 2017 del progetto “Testimoni di coraggio civile”, attivo da ormai tre anni sul territorio e dedicato quest’anno al coraggio civile nella quotidianità e contro la criminalità organizzata. Sul palco del teatro Rainerum di Bolzano, dopo il saluto di Andrea Brandalise, coordinatore della Piattaforma delle Resistenze, e l’introduzione affidata al sostituto procuratore di Trento Pasquale Profiti in rappresentanza dell'Associazione Nazionale Magistrati, è salito Franco Roberti, che dal 2013 ricopre l’incarico di procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo. Il moderatore Gianluca Iocolano ha girato al magistrato campano tutte le domande poste dagli studenti, dando vita ad un dialogo di grande spessore e interesse.

“Dopo l’esperienza come giudice a Sant'Angelo dei Lombardi, allorquando sono entrato in contatto con la criminalità organizzata che lucrava sul terremoto in Irpinia, ho deciso di entrare in Procura perché volevo fare il magistrato investigatore. Ho cominciato quindi a impegnarmi nel contrasto di quelle infiltrazioni camorristiche nell’economia che negli anni ‘80 preannunciavano l’evoluzione mafiosa, ovvero l’ingresso nel mondo degli appalti coinvolgendo persone che non fanno parte dell’associazione criminale avvalendosi di corruzione e intimidazione. La vera forza della mafia – ha detto Roberti – è infatti la sua capacità relazionale, di allacciare rapporti con politica, istituzioni e mondo economico.

Oggi per fortuna non c’è la rassegnazione di 30 anni fa, bensì la consapevolezza che la mafia si può sconfiggere. Lo Stato, se lo vuole, può farcela. E per riuscirci deve diffondere la cultura della legalità, creare infrastrutture di sport e tempo libero per i giovani, oltre ai presupposti per il rispetto dei principi della Costituzione citati in precedenza.

Secondo alcuni studi la mafia italiana ha un giro d’affari pari al 10-12% del Pil, si parla di circa 250-300 miliardi l’anno di profitti illegali sottratti alla tassazione. Solo per la corruzione si calcolano 60 miliardi l’anno in Italia, a fronte dei 120 miliardi complessivi nel resto d’Europa. E a questo proposito, non dimentichiamo la nostra opera di supporto a Stati, come il Canada, che solo in questi ultimi anni stanno vivendo l’esperienza del fenomeno mafiosoNessun Paese potrà mai dire di non essere a rischio terrorismo. Posso però dire assumendone la responsabilità – ha concluso Roberti – che in Italia sono state prese tutte le misure possibili per prevenire attacchi terroristici”.

Il progetto “Testimoni di coraggio civile” ogni anno stimola le classi e gli studenti aderenti a interrogarsi sul tema dell’anno attraverso una forma d’espressione artistica all’interno di un concorso.

Per partecipare gli studenti devono realizzare un elaborato scritto o multimediale, di arti figurative o musicali e altro ancora che permetterà loro di vincere premi individuali o di gruppo (di classe o interclasse) consistenti in buoni acquisto per materiale culturale.

Per un gruppo di partecipanti sarà inoltre possibile partecipare ad una residenza artistica a Dobbiaco con professionisti del settore per condividere le proprie idee e affinare il prodotto da candidare alla premiazione finale, che si terrà il 24 aprile all’interno della programmazione del Festival delle Resistenze 2017 a Bolzano.

Chi è Franco Roberti. Nato a Napoli nel 1947, è stato pretore a Borgo San Lorenzo (FI) dal 1976, poi giudice a Sant'Angelo dei Lombardi (AV) (trattando anche il procedimento penale sui "crolli facili" del sisma dell'Irpinia) e sostituto procuratore a Napoli dal 1982.

Qui si è occupato di criminalità organizzata, facendo parte dapprima della sezione "Estorsioni e sequestri di persona" e, fin dalla sua costituzione, della Direzione Distrettuale Antimafia.
Dal 1993 ha svolto le funzioni di sostituto procuratore nazionale antimafia presso la Direzione Nazionale Antimafia fino al 2011, quando è stato nominato procuratore aggiunto della Repubblica di Napoli. È stato poi coordinatore della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Napoli.

Vanno ricordati i procedimenti penali contro il "clan dei casalesi", che portarono alla completa disarticolazione dell'organizzazione criminosa, alla cattura e alla condanna di tutti i latitanti.

Dal 2009 è stato Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Salerno ed ha coordinato personalmente la Direzione Distrettuale Antimafia. A luglio 2013 il CSM lo ha nominato procuratore nazionale antimafia, dal 2015 riveste l'incarico di procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo.

 

USP

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