Attualità

Critiche al CLIL, Minnei: "Sbagliato metterlo in discussione"

La sovrintendente scolastica, Nicoletta Minnei, prende posizione in merito agli articoli, critici nei confronti del metodo CLIL.

"Come ormai è noto - spiega in una nota la sovrintendente scolastica Nicoletta Minnei - l’apprendimento linguistico trova nel CLIL un approccio didattico-educativo che prevede l’insegnamento di una disciplina non linguistica, come storia, geografia, diritto, economia o matematica, attraverso una lingua veicolare diversa da quella che l’alunno usa nella comunicazione quotidiana. La lingua diventa quindi il mezzo, lo strumento per “trasmettere” contenuti. In Alto Adige, solo da poco ci si confronta realmente sul tema della metodologia CLIL, citata peraltro nei principali documenti europei già a partire dagli anni ’90, e anche la scuola per l’infanzia partecipa a questo processo di trasformazione proponendo attività in tedesco, cui si è aggiunta da quest’anno l’inglese".

"Ciò ha comportato un cambio di marcia nella scuola italiana della nostra provincia - prosegue la Minnei - che ha cercato di fare tesoro di queste importanti esperienze e di promuovere potenziamenti linguistici anche negli istituti superiori. Gli insegnanti hanno saputo mettersi in gioco in modo diverso, programmando le proprie attività nella prima, nella seconda e nella terza lingua con una didattica integrata, secondo modelli CLIL, che ha portato a risultati positivi. Innanzitutto sul piano delle certificazioni linguistiche, che sempre più vedono i nostri studenti consapevoli che un apprendimento plurilingue è la premessa per aprirsi a modi di pensare e vivere la cultura dell’altro. Questo è un obiettivo formativo qualificante e prioritario".

Nel corso dell'anno scolastico 2015-2016, infatti, oltre il 40% degli studenti delle scuole italiane ha conseguito,una certificazione linguistica di livello B2 e C1 entro il quarto anno delle superiori. Oltre a ciò, le rilevazioni delle competenze linguistiche in quarta elementare (da quest'anno si sono aggiunge le seconde medie) attestano che 273 bambini conseguono livelli di certificazione A2, "e tutte le classi della scuola primaria - precisa la sovrintendente - praticano la metodologia CLIL". Tutto ciò senza dimenticare che un quarto dei ragazzi che frequentano le terze e le quarte classi delle scuole superiori partecipano al progetto "Un anno in L2", ai percorsi trimestrali in Germania o frequentano l’anno all’estero. Sono stati inoltre organizzati corsi universitari e a cura del Dipartimento istruzione e formazione italiana per più di 60 insegnanti delle scuole secondarie, sia per la lingua tedesca che per la lingua inglese, e i convegni hanno richiamato la partecipazione di centinaia di docenti di tutti gli ordini di scuola.

"Il che vuol dire - commenta Nicoletta Minnei - che c’è stato non solo apprezzamento, ma anche impegno personale e collegiale del personale della scuola, compreso ovviamente i dirigenti scolastici, che credono e verificano quotidianamente che la metodologia CLIL funziona. Sarebbe improprio dare tutto il merito di un apprendimento linguistico reale a questa o a quella pratica didattica, ma indubbiamente le varie esperienze nei nostri istituti danno chiare indicazioni in merito. È un insieme di atteggiamenti che è cambiato e che sta cambiando. Anche da parte delle famiglie, che sempre più sostengono i loro figli nei percorsi plurilingui scolastici ed extrascolastici. Ma è su questa strada che dobbiamo procedere, con una certezza: si apprende con maggior motivazione e qualità di risultati - conclude la Minnei - se si apprende "la lingua" e "in lingua". 

FG