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Nuova cella per la conservazione di Ötzi

È stata presentata questa mattina, nel corso di una conferenza stampa, presso il Museo Archeologico provinciale, la nuova cella per la conservazione di Ötzi. Iluovo sistema di refrigerazione permette di avere una capacità termica otto volte maggiore di quella della cella precedente. In questo modo viene preservato il microclima della cella che garantisce delle condizioni di conservazione stabili, e di conseguenza non sarà più necessario effettuare il trattamento di umidità sulla mummia ogni due settimane, come fino ad oggi. La nuova cella di refrigerazione è il risultato di quattro anni di osservazioni, misurazioni e ricerche.

Per poter esporre la mummia al museo, pur garantendo le condizioni ideali per la sua conservazione, è stato inizialmente realizzato un sistema di celle refrigerate con funzioni di conservazione, sicurezza e di laboratorio analisi.

La mummia viene conservata ed esposta nella cella principale, dove sono stati riprodotti i requisiti necessari ed indispensabili al suo particolare mantenimento, che cerca di imitare le condizioni naturali di un ghiacciaio che ha preservato la mummia per più di 5000 anni. La caratteristica principale da garantire è l'elevata umidità dell'aria in cui è immersa la mummia, che si ottiene abbassando la temperatura della cella fino ad un determinato punto di soglia (dew-point).

Una volta individuata questa temperatura, è necessario mantenerla il più costante possibile. Fino ad oggi, a causa delle numerose dispersioni energetiche, dovute per esempio alla presenza dell’oblò e dell’illuminazione, la mummia perdeva umidità con un tendenza costante e corrispondente al peso di 5 grammi ogni 24 ore. Questo fenomeno ci obbligava ad un sistematico trattamento di umidificazione artificiale, ottenuto vaporizzando sul corpo della mummia una particolare acqua sterile.

L’effetto ottico che ne deriva è il rivestimento del corpo della mummia di un sottile strato di ghiaccio. Oggi, il risultato di 4 anni di ricerca, di modifiche, di aggiornamenti all’impianto, e di una sperimentazione scientifica, hanno portato all’ottimizzazione risolutiva della conservazione. La soluzione adottata è stata quella di rivestire interamente tutte le pareti interne alla cella di uno strato di ghiaccio pari a 15 mm. Questo nuovo concetto di conservazione “ad igloo” prevede, una capacità termica aumentata di 8 volte rispetto a prima, derivandone un’elevata inerzia termica, che rende il sistema di conservazione molto più stabile.

Il punto di soglia, ovvero la temperatura massima di saturazione dell’aria all’interno della cella, è di – 6.12°C. e raggiunge un grado di precisione notevole di ± 0.025°C. (rispetto ai ± 1.55°C. precedenti). Di conseguenza si ottiene un’umidità costante di 99.42 % (rispetto ai 97.12 % precedenti). Oltre a ciò si sommano una notevole riduzione delle dispersioni energetiche dovuti al nuovo impianto di illuminazione e ai nuovi sistemi di misura.

FG