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Archeologia a Laion: una mostra su 7000 anni di storia

Una nuova mostra archeologica è stata organizzata dall’ufficio Beni archeologici della Provincia in collaborazione con il Comune di Laion. L’esposizione aprirà giovedì 10 giugno alle 19 e rimarrà aperta per tutta l’estate: popolazione locale ma anche ospiti potranno fare la conoscenza di un antico passato che solo ora inizia a manifestarsi nella sua bellezza e complessità.

La mostra, che avrà sede nei locali del Municipio di Laion in val d'Isarco, trae spunto dagli importanti scavi archeologici condotti nella proprietà Fischnaller tra il 2000 e il 2002, nell’ambito di un abitato pluristratificato in cui è possibile cogliere le varie fasi di presenza dell’uomo antico dai primi timidi passi mossi nel Neolitico (circa 5000 a.C.) fino al robusto abitato della tarda antichità (V-VI sec. d.C.).

Una delle caratteristiche salienti di questo abitato - spiegano i responsabili dell'Ufficio provinciale Beni archeologici - è la continuità d’uso ininterrotta a cominciare dalla media età del Bronzo: ciò significa che dal 1500 circa a.C. fino al 500 circa d.C., la località fu permanentemente abitata da una comunità contadina di cui gli scavi stanno portando in luce le case, i terrazzamenti, le suppellettili della vita quotidiana. Già prima, però, l’area era occupata per scopi forse strettamente cultuali, come documenta una importante statua stele o menhir figurato, e cioè una grossa lastra di pietra con istoriazioni, che si data tra il 2500 e il 2200 circa a.C.

La mostra si inaugura giovedì 10 giugno alle ore 19 nel municipio di Laion ed esporrà non soltanto numerosi oggetti della vita quotidiana delle antiche genti di Laion, come frammenti di vasi, oggetti di ornamento in bronzo, strumenti dell’artigianato, ma anche aspetti della pietà e del mondo simbolico e religioso, come i resti di neonati sepolti nei livelli d’abitato tardo-romani (ben dodici individui sono stati finora documentati) o la sepoltura di un cane che sigilla la fase d’uso di una casa della recente età del Ferro. Arricchisce la mostra una scelta dei più importanti reperti venuti in luce nelle scorse settimane nello scavo di Ponte Gardena: monete d’oro e d’argento, un collare d’argento, vasellame fine da mensa, anche importato, e un frammento di epigrafe romana in cui pare menzionato il funzionario doganale "SATVRNINVS". La fioritura, in età romana, dell’antico abitato di Laion è infatti certamente in rapporto allo sviluppo del nodo stradale e doganale di Ponte Gardena, che molti autori identificano con l’antica "SVBLABIONE" degli itinerari stradali dell’antichità classica.

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