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Dalla Giunta: liberalizzazioni e canone idrico, Provincia resiste in giudizio

La Giunta provinciale ha deciso di resistere in giudizio di fronte alla Corte Costituzionale contro i ricorsi presentati dal governo nazionale e dall'Azienda energetica. Il primo riguarda la legge provinciale sulle liberalizzazioni, il secondo la regolamentazione del canone idrico. Lo ha annunciato oggi (29 maggio) il presidente Luis Durnwalder.

I punti della legge provinciale sulle liberalizzazioni impugnati dal governo Monti sono due, e riguardano le limitazioni al commercio nelle zone produttive e gli orari di apertura degli esercizi. Rispetto alle prime lettere inviate da Roma, il ricorso è molto meno "invasivo" del previsto, dato che inizialmente era stato messo in discussione il principio che stava alla base della legge, ovvero il fatto stesso che la Provincia potesse far valere le proprie competenze in tema di urbanistica, tutela del paesaggio, dell'ambiente e dei beni culturali. "Il ricorso - ha spiegato il presidente Luis Durnwalder - verterà sulle limitazioni al commercio nelle zone produttive, con il governo che si oppone ai paletti legati ai settori merceologici previsti dalla legge provinciale, e sugli orari di apertura degli esercizi. Su quest'ultimo punto, Roma contesta il fatto che le linee guida per i Comuni derivino da una delibera della Giunta provinciale. Oggi abbiamo deciso ufficialmente di resistere in giudizio di fronte alla Corte Costituzionale".

Scelta identica anche per quanto riguarda l'impugnazione di Azienda Energetica, e dunque dei Comuni di Bolzano e Merano che sono soci di maggioranza, della regolamentazione del canone idrico. Rispetto al resto d'Italia, in Provincia di Bolzano è stato deciso che il canone idrico per la produzione di energia idroelettrica non sia unico, ma venga suddiviso in tre fasce a seconda della grandezza della concessione. "Riteniamo che le grandi centrali che ottengono ingenti guadagni dallo sfruttamento di una risorsa come l'acqua - ha spiegato Durnwalder - debbano pagare di più rispetto ai piccoli impianti che magari servono solo per l'approvvigionamento energetico di un rifugio di montagna". Questi dunque i canoni idrici fissati dalla Provincia ed oggetto dell'impugnazione di AE: 27,15 euro per ogni kw autorizzato nelle centrali con produzione superiore ai 3.000 kw, per le centrali di medie dimensioni (tra i 220 e i 3.000 kw) 11,95 euro e 9,65 euro per le centrali di piccole dimensioni (al di sotto dei 220 kw). "In tutto - ha concluso Luis Durnwalder - si tratta di incassi pari a 22 milioni di euro, la metà dei quali a favore dei comuni. Se però Azienda Energetica vincesse il ricorso questa cifra diminuirebbe, e con essa anche gli introiti garantiti alle amministrazioni comunali".

mb