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Le allucinazioni dell’Intelligenza Artificiale: un software del Galilei per evitare gli errori
Le Università di Bolzano, Perugia e Bari hanno collaborato ad un progetto che introduce il tema dell’IA in classe. Galateo: entusiasta di questa iniziativa che propone tematiche richieste dal mercato del lavoro
Anche l’Intelligenza Artificiale può avere le allucinazioni, lo sanno bene i 30 studenti e studentesse dell’Istituto Galilei di Bolzano, che, insieme ad altrettanti coetanei di Perugia e Bari, hanno partecipato ad un progetto pilota che aveva lo scopo di introdurre l'I.A. nella programmazione didattica.
Per circa tre settimane, ragazze e ragazzi dei diversi percorsi di studi hanno imparato a riconoscere quelle che vengono definite le "allucinazioni" dell'IA-Generativa e hanno sviluppato una piattaforma software per filtrare le richieste degli utenti a uno dei chatbot più utilizzati e ridurre così le allucinazioni.
«Chi ha provato a interagire con l’Intelligenza Artificiale sa che talvolta può capitare che le risposte fornite non corrispondano per nulla alla realtà o non siano coerenti con la richiesta fatta» spiega Gennaro Iaccarino, docente del Galilei e promotore del progetto, ideato dalla prof. Ilenia Fronza della Libera Università di Bolzano, in collaborazione con l'Università di Perugia e di Bari. «Individuare queste “allucinazioni” è molto importante, oltre che essere un tema assolutamente attuale» il commento del vicepresidente della Provincia, Assessore Marco Galateo. «Questo il motivo per cui sono davvero entusiasta di questa iniziativa che mette a confronto studentesse e studenti con tematiche e strumenti che sono richiesti dal mercato del lavoro.».
Tre i momenti formativi in plenaria. Dopo un’introduzione al concetto di intelligenze artificiali multiple a cura del prof. Marco Montali della Libera università di Bolzano, le docenti delle tre Università coinvolte hanno spiegato perché si presentano le allucinazioni e come possono essere risolte. Al secondo incontro la parola è passata agli studenti delle tre scuole, che hanno raccontato le allucinazioni trovate ed il lavoro di gruppo svolto. Infine, durante il terzo incontro gli sviluppatori di ogni scuola hanno mostrato come hanno risolto le allucinazioni, programmando (in Python) un software intermediario tra le richieste dell'utente e le risposte di ChatGPT. Gli studenti del Galilei, in particolare, si sono distinti per lo sviluppo di una interfaccia web di supporto per la risoluzione di future allucinazioni in modo semplice e alla portata di tutti.
Durante il progetto, gli studenti delle tre città italiane hanno avuto la possibilità di confrontarsi con esperti dell'Università di Bolzano, Perugia e Bari e di lavorare in un team distribuito con i propri coetanei e i docenti di scuola (didattica ibrida).
LB