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Ucraina, questioni linguistiche e conflitto
L'Ucraina è un paese bilingue, in cui si parla sia ucraino sia russo. Circa un terzo della popolazione riconosce il russo come lingua materna, nonostante solo il 17% della popolazione abbia nazionalità russa.
All’epoca dell'Unione Sovietica la lingua ucraina venne deliberatamente soppressa, in quanto considerata lingua minoritaria e correlata a un basso status sociale. In Ucraina, come negli altri Stati dell’ex URSS, il russo rappresentava la lingua del potere ed esercitava per questo motivo una crescente attrattiva. Di conseguenza sempre più persone parlavano russo in pubblico, mentre limitavano l'uso dell'ucraino alla sfera privata e domestica; alcune persone hanno addirittura abbandonato del tutto la lingua ucraina.
Dopo il crollo dell'Unione Sovietica nel 1991, l'Ucraina divenne indipendente e fu avviata una politica di rivalorizzazione della lingua ucraina. Tuttavia, l'ultima legge sulla lingua nel 2019, che ha l’obiettivo di conservare e rafforzare l'ucraino, rendendolo lingua ufficiale unica nelle istituzioni pubbliche, è oggetto di dibattito tra molti. Nel frattempo, sono molte le persone in Ucraina che parlano russo in modo spontaneo e naturale e non per ragioni politiche. È il caso anche di alcuni esponenti politici, come l'ex capo di governo Yulia Tymoshenko, di madrelingua russa anche se inequivocabilmente ucraina. Alcuni cittadini e cittadine ucraine conoscono la lingua russa meglio dell'ucraino.
Non è possibile prevedere se si riuscirà a costruire una convivenza equilibrata, in cui entrambe le lingue godano dello stesso riconoscimento istituzionale e sociale. Tuttavia, resta il fatto che la questione linguistica in Ucraina rende il conflitto attuale ancora più difficile, minacciando di dividere ulteriormente la società.
ASP/sl