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Kompatscher e Stocker: necessaria rete tra enti publici e privati

Conferenza stampa del presidente Kompatscher e dell'assessora Stocker al Zeilerhof: bilancio sui richiedenti asilo in Alto Adige.

L'assessora Stocker nel corso del suo intervento al Zeilerhof

Il flusso di profughi che sbarcano sulle coste italiane, l’accoglienza dei profughi in Alto Adige, l’assistenza e l’integrazione dei richiedenti asilo, questi i temi al centro della conferenza stampa svoltasi questa mattina al maso Zeilerhof alla presenza del presidente della Provincia, Arno Kompatscher, dell’assessora alle politiche sociali, Martha Stocker. Presenti anche Helmuth Frasnelli, proprietario della struttura e Claude Rotelli, presidente dell’associazione Volontarius  che gestisce la struttura di accoglienza.

La conferenza stampa è stata un’occasione per fare una panoramica a 360° sulla situazione dei richiedenti asilo, sull’accoglienza e le iniziative nel campo dell’integrazione poste in atto dalla Provincia di Bolzano con l’ausilio di organizzazioni come Volontarius e Caritas.

Nel suo intervento iniziale l’assessora alle politiche sociali, Martha Stocker, ha voluto esprimere, in primo luogo, il proprio ringraziamento ad Helmuth Frasnelli, proprietario del Zeilerhof, che ha messo a disposizione della Provincia gratuitamente l’immobile, ora gestito da Volontarius dove sono ospitate 37 persone, per lo più famiglie con minori.

Un ringraziamento particolare è stato anche espresso dall’assessora Stocker all’associazione Volontarius che gestisce complessivamente 13 strutture di accoglienza a livello provinciale. Nella struttura vengono organizzati anche corsi di lingue ed attività che mirano all’inserimento sociale e lavorativo dei richiedenti asilo.

L’assessora ha quindi sottolineato l’importanza di una stretta e proficua collaborazione tra la Provincia ed i privati, sul modello di quanto realizzato con l’imprenditore Helmuth Frasnelli, allo scopo di offrire soluzioni efficaci per l’accoglienza e l’integrazione.

“Un aspetto particolarmente importante del lavoro che viene fatto sia dall’ente pubblico che dalle associazioni che gestiscono le strutture” ha sottolineato l’assessora “è rappresentato dalla verifica delle competenze delle singole persone allo scopo di integrare la loro formazione e trovare, possibilmente in tempi rapidi, un inserimento lavorativo soddisfacente. I settori nei quali sinora hanno trovato maggiore inserimento i richiedenti asilo sono quello turistico/alberghiero, l’agricoltura ed i servizi”.

Ha quindi preso la parola il presidente della Provincia, Arno Kompatscher, il quale ha posto l’accento sul fatto che l’accoglienza dei profughi e dei richiedenti asilo è un impegno che deve vedere coinvolti sia gli enti pubblici, a tutti i livelli, che la società nel suo complesso. “La sfida ci riguarda tutti” ha affermato “Ogni persona che viene ha la propria storia e situazione individuale che va seguita nel suo contesto individuale.

Ciononostante dobbiamo adottare le regole generali, dettate da un contesto giuridico-normativo generale. È proprio in questa situazione complessa la sfida principale che mira a trovare soluzioni tra esigenze individuali ed un quadro generale del sistema.

Da parte nostra abbiamo un obbligo umanitario e dei valori cristiani ed umanitari ai quali rispondere. Dobbiamo accompagnare queste persone nel loro inserimento e dare loro delle prospettive in un costante confronto costruttivo con il Ministero dell’interno e con il Commissariato del Governo cercando sempre di restare umani”.

Il presidente ha inoltre sottolineato che “In Alto Adige non c’è un’emergenza umanitaria, bensì una situazione che viene e deve essere gestita sulla base di precise regole. Già oggi circa il 14% dei richiedenti asilo ha trovato un’occupazione, un dato questo al di sopra della media europea. Mi auguro sinceramente che la politica internazionale sia in grado di trovare quanto prima una soluzione al dramma della Siria e di Aleppo affinché in futuro i nostri nipoti non ci chiedano ‘dove eravate quando succedeva questo’ o ‘che cosa avete fatto per evitarlo”.

Helmuth Frasnelli, proprietario del maso Zeilerhof ha quindi dichiarato “Sono felice che in questa struttura trovino accoglienza persone in situazioni di crisi e di necessità”.

Ha poi preso la parola Claude Rotelli, presidente di Volontarius, il quale riallacciandosi alle parole del presidente Kompatscher ha dichiarato “Volontarius c’è e ci sarà sempre per il sostegno e la gestione di situazioni di crisi e per la realizzazione di misure finalizzate allo sviluppo di una comunità nel suo complesso.

Alcuni dati significativi riguardo ai richiedenti asilo in provincia di Bolzano:

A fine novembre erano attive in Alto Adige 20 strutture di accoglienza. Nel frattempo sono state attivate 3 ulteriori strutture, si tratta rispettivamente dell’ex Alimarket a Bolzano (gestione Croce Bianca, Croce Rossa e Volontarius), ex Cavallino Bianco a Funes (gestione Volontarius) e presso il centro Laimburg di Vadena (gestione Volontarius).

Al momento sono quindi attive in Alto Adige complessivamente 23 strutture di accoglienza. Di queste 9 si trovano a Bolzano ed accolgono il 57% del totale delle persone richiedenti asilo presenti in Alto Adige. Altre 2 strutture si trovano a Merano, 1 ciascuna ad Appiano, Ortisei, Rifiano, Castelrotto, Vandoies, Brunico, Val di Vizze, Bressanone, Tesimo, Malles, Funes, Vadena. 12 strutture sono gestite da Volontarius, 10 sono gestite dalla Caritas, ed infine 1 è gestita da Croce Bianca/Croce Rossa e Volontarius.

Il finanziamento dei costi di gestione, in base alla convenzione Stato/Provincia, è di 28 € al giorno a persona, che coprono tutti i costi di gestione: accoglienza, vitto, assistenza, consulenza, corsi di lingua, pocket money. Nessun costo deve essere coperto da enti gestori e comuni.

A fine novembre nelle strutture di accoglienza gestite in base all’accordo Stato/Provincia erano ospitate 1.120 persone. Queste sono nel frattempo salite a 1.284 (88% uomini, 12% donne) in 23 strutture, soprattutto per il progressivo assorbimento dei cosiddetti “fuori quota”. L’assorbimento dei “fuori quota”, tra queste ad esempio circa 70 persone ospitate presso famiglie ed in pensioni, sta proseguendo con l’attivazione delle nuove strutture sul territorio e continuerà fino al raggiungimento della quota attualmente assegnata dallo Stato di 1.470 richiedenti asilo.

I Paesi d’origine dei richiedenti sono: Nigeria   25 %, Pakistan  17 %, Gambia  10 %, Bangladesh   8%, Mali   7 %, Senegal    6 %, Afghanistan   5 %, Costa d‘Avorio  4 %. Per quanto riguarda lo status giuridico: 56,6 % sono in attesa della decisione della Commissione territoriale (domanda presentata),  2,1 % hanno ottenuto lo status di profughi riconosciuti, 0,5% hanno ottenuto la protezione sussidiaria, 2,5 % hanno ottenuto un permesso per motivi umanitari,  3,8% hanno ricevuto la comunicazione di diniego, 31,5 % hanno presentato ricorso contro la comunicazione di diniego.

Sono 125 le persone appartenenti a categorie particolarmente vulnerabili, pari all’11% del totale dei richiedenti asilo presenti sul territorio provinciale. Si tratta, nel dettaglio, di minorenni, persone traumatizzate con problematiche di tipo psichico, vittime di violenza, donne in gravidanza, genitori singoli, vittime di tratta, disabili, anziani.

Il 14,1% (circa 190 persone) hanno al momento un rapporto lavorativo. I richiedenti asilo possono, di norma, lavorare dopo 60 giorni dalla richiesta di asilo. Si tratta di una percentuale particolarmente buona anche in confronto ai dati di Austria e Germania, dove si calcola che un 10% abbia un’occupazione dopo un anno, un 20% dopo due anni e un 50% dopo cinque anni.

Attualmente circa 60-80 persone coinvolte in progetti di utilità sociale; il 3,6% al momento non è occupabile a causa di forte traumatizzazione, gravidanza, vittime di violenza e tratta, minori); il 50% sono state inserite nelle liste di collocamento presso gli uffici del lavoro.

Da parte della Provincia vengono finanziati attualmente 90 corsi di lingua con un numero di ore di lezione mensile di circa 3.090 ore. Circa l’83% di tutti i richiedenti asilo presenti sul territorio provinciale è iscritto all’Agenzia delle Entrate (codice fiscale), servizio sanitario provinciale/medico di medicina generale, anagrafe. Le iscrizioni all’anagrafe raggiungono il 77%.

 

 

 

 

FG

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