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Assegno di cura: 73.284 inquadramenti dal gennaio 2008

I 22 team che si occupano degli inquadramenti delle persone che richiedono l’assistenza domiciliare hanno fatto un bilancio della loro attiività.

Nei giorni scorsi i 22 team che si occupano degli inquadramenti delle persone che richiedono l’assistenza domiciliare hanno fatto un bilancio della loro attività

Dal gennaio  del  2008 gli appositi team di inquadramento rilevano il fabbisogno di cure e di assistenza degli utenti che vengono assistiti a livello domiciliare. Da allora ad oggi sono stati effettuati complessivamente 73.284 inquadramenti di questo tipo. Nei giorni scorsi i componenti dei 22 team si sono riuniti presso la sede della Ripartizione politiche sociali per fare il bilancio annuale della loro attività.

“L’aumento del numero di persone che richiedono un’assistenza si ripercuote anche sulle richieste per l’ottenimento dell’assegno di cura” ha sottolineato nel corso dell’incontro Heidi Wachtler, direttrice dell’Area funzionale Servizio di valutazione della non autosufficienza.

Rispetto al 2012 il numero delle richieste è aumentato del 24%, ciò significa che mensilmente vengono inviate al Servizio che si occupa dell’inquadramento, in media, 517 richieste per l’assegno di cura. Le statistiche evidenziano comunque che non sempre si riscontra un’effettiva esigenza di cura, così come previsto dalla relativa legge. Ciò si riscontra nel 22% dei casi.

I team sono competenti oltre che per il primo inquadramento anche per i cosiddetti re-inquadramenti, nel corso dei quali viene analizzata la situazione degli utenti nel caso di un peggioramento delle loro condizioni di salute e quindi di un inquadramento in una fascia superiore.

Nel 30% dei casi non si riscontra un effettivo peggioramento delle condizioni di salute e quindi non viene approvato l’inserimento in una fascia assistenziale più elevata.  Nel corso del 2016 ciò si è verificato nel caso di 1295 richieste di revisione.

“In considerazione di questo dato sarebbe quindi opportuno che le richieste per la verifica dell’inquadramento venissero presentate solo nel caso in cui vi sia un considerevole aumento della richiesta di assistenza per il paziente” ha sottolineato la direttrice Wachtler.

Un ruolo fondamentale, in questo ambito è naturalmente appannaggio dei medici di medicina generale la cui valutazione rappresenta il presupposto per la presentazione della domanda di re-inquadramento.

“L’elevato numero di richieste non giustificate comporta un elevato impegno da parte dei nostri team e nel 2016 si è avuto anche un allungamento dei tempi d’attesa”.

Ad esempio a Bolzano, nella Bassa Atesina e nel comprensorio del Salto le persone interessate hanno dovuto, in parte, attendere sino a 30 giorni prima di poter aver un incontro con il team di valutazione.

Dal gennaio di quest’anno le persone in fase terminale hanno un accesso diretto all’assegno di cura, ciò significa che pazienti con un’attesa di vista valutata tra i 3 ed i 4 mesi ricevono questa prestazione per un tempo limitato senza la relativa valutazione da parte del team.

“In situazioni di questo tipo è pressoché impossibile effettuare un colloquio per chiarire il fabbisogno assistenziale” ha affermato l’assessora Stocker in merito alla nuova regolamentazione che vuole rappresentare soprattutto un alleggerimento per i pazienti, i loro congiunti ed i team stessi.

Nel dicembre 2016 l’assegno di cura è stato erogato complessivamente a 11.750 persone assistite a casa, altre 4200 percettori dell’assegno di cura si trovano nelle case di riposo per anziani.

Per quanto riguarda i livelli di assistenza nel corso del 2016 si è registrato un leggero aumento verso l’alto. Infatti, mentre i percettori del primo livello sono leggermente calati, si è registrato un lieve aumento di coloro che sono inquadrati nel 3° e nel 4° livello.

 

 

 

 

FG

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