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Rateazione di debiti alla Provincia, la Giunta approva nuove regole

Via libera della Giunta a nuove regole per la rateazione del debito di un cittadino nei confronti della pubblica amministrazione. L'effetto: meno burocrazia e più garanzie dal sistema bancario.

Nuove regole per la rateazione dei debiti nei confronti della pubblica amministrazione. (Foto: Unsplash)

La Giunta provinciale ha approvato nuovi criteri in materia di riscossione delle entrate. I nuovi criteri approntati dalla Ripartizione Finanze regolamentano la possibilità di rateazione del debito di un cittadino nei confronti della pubblica amministrazione fino a un massimo di 72 rate mensili. Tale rateazione è concedibile in presenza di gravi e motivate ragioni, che con i nuovi criteri vengono definite in modo da rendere la legge provinciale di riferimento più efficace e aggiornata. Una delle modifiche riguarda la soglia a partire dalla quale spetta alla Giunta provinciale la decisione se concedere o meno la rateazione del debito, previo parere tecnico della Ripartizione Finanze. Mentre i criteri del 1999 fissavano tale soglia a 50 milioni di lire (ricalcolati in 25.822,85 euro), i nuovi criteri la fissano a 50mila euro.

Più garanzie bancarie, meno burocrazia

L'importo minimo oltre il quale la concessione della rateazione dev'essere subordinata alla prestazione di idonea garanzia scende da 25.822,85 a 10mila euro. Viene introdotto infine un importo minimo pari a 100 euro per ciascuna rata mensile. Le modifiche approvate hanno l'effetto di dimezzare il coinvolgimento della Giunta provinciale nella decisione sulla rateazione. A fronte di 80 concessioni di rateazione approvate fra il 2017 e il 2019, i vecchi criteri hanno richiesto per 10 volte il coinvolgimento dell'esecutivo: con i nuovi criteri questo valore cala a 5. Stesso effetto positivo è previsto sulle garanzie bancarie, che in prospettiva rispetto allo stesso arco di tempo sarebbero richieste il doppio delle volte: 20 su 80 domande, mentre con i vecchi criteri le garanzie bancarie sono state richieste solo per 10 casi su 20.

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