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Raccolta di abiti usati: la competenza resta ai Comuni

Raccolta tramite centri di riciclaggio o centri di raccolta. In futuro, il servizio sarà appaltato attraverso i Comuni o le Comunità comprensoriali.

BOLZANO (USP). Dove devo mettere i vecchi vestiti? Molti altoatesini si pongono questa domanda da quando la Caritas Diocesi di Bolzano-Bressanone ha annunciato che alla fine del 2025 smetterà di raccogliere gli abiti usati sul territorio altoatesino. Inoltre, il 1° gennaio 2025 sono entrate in vigore in Unione Europea nuove regole sui rifiuti tessili.

Secondo il Dipartimento Protezione dell'ambiente, della natura e del clima, Energia, Sviluppo del Territorio e Sport della Provincia, per il momento non cambierà nulla per l'Alto Adige. Questo perché la raccolta differenziata dei rifiuti tessili è obbligatoria in Italia dal 1° gennaio 2022, in conformità con il decreto legislativo n. 116/2020, che recepisce le direttive europee sull'economia circolare

"Attualmente tutti i 116 Comuni dell'Alto Adige soddisfano i requisiti di legge", sottolinea l'assessore provinciale competente, Peter Brunner. Essi raccolgono gli indumenti usati, direttamente o indirettamente tramite cooperative autorizzate. Secondo l'assessore provinciale, i centri di riciclaggio comunali e i centri di raccolta comprensoriali sono già luoghi adatti per la raccolta degli indumenti usati.

Secondo l'Ufficio Gestione rifiuti, ogni anno in Alto Adige vengono prodotte tra le 2000 e le 3000 tonnellate di rifiuti tessili. In futuro, la raccolta degli indumenti usati dovrà essere oggetto di una gara d'appalto da parte del Comune o della Comunità comprensoriale, qualora non sia già stata effettuata. "In breve, la raccolta degli indumenti usati continuerà come prima, ma i Comuni dovranno rivolgersi ad altri operatori", sottolinea Brunner. Nel mentre, è costante il dialogo tra Consorzio dei Comuni, Comunità comprensoriali e Ufficio Gestione rifiuti. Tra l'altro, si sta valutando se la costruzione di un impianto di selezione a livello provinciale possa avere senso nel futuro prossimo.

Riduzione del consumo di tessuti

"A prescindere da ciò, esistono già molti approcci e soluzioni funzionanti a livello locale, ad esempio i punti di distribuzione di indumenti, attraverso cui gli abiti ben conservati raggiungono le persone bisognose. Anche le piattaforme di scambio e donazione sono da lodare. Tutte queste iniziative creano valore aggiunto, ma al momento non sono previsti programmi di finanziamento specifici da parte della Provincia", spiega l'assessore provinciale Brunner.

Giulio Angelucci, direttore dell'Ufficio Gestione rifiuti, sottolinea inoltre che la misura più efficace contro la crescente invasione di prodotti tessili è il consumo consapevole. "L'acquisto di un numero minore di capi di abbigliamento più resistenti e realizzati con fibre naturali come il cotone, il lino o la lana contribuisce direttamente alla prevenzione dei rifiuti", afferma Angelucci. Gli indumenti realizzati con materiali naturali di alta qualità hanno generalmente una durata maggiore, sono più facili da riparare e da riciclare alla fine del loro ciclo di vita. "Oltre alla raccolta e al riciclo, la riduzione dei consumi è un passo fondamentale verso un'economia circolare", sottolinea Angelucci.

mpi/gm

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