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Allevatori, le nuove regole nazionali non valgono in Alto Adige
Conferenza Stato-Regioni: l'Alto Adige non dovrà adeguarsi alle nuove normative nazionali valide per gli allevatori.
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L'autonomia dell'Alto Adige trova applicazione anche nel settore agricolo, in maniera particolare per quanto riguarda gli allevatori. Su iniziativa degli assessori Arnold Schuler e Michele Dalla Piccola al termine della Conferenza Stato-Regioni è stato inserito un passaggio che consente alle due province autonome di Bolzano e Trento di non adeguarsi alle novità previste dalla normativa nazionale. Il relativo decreto dovrà ora passare al vaglio della commissione agricoltura di Camera e Senato, ma Schuler sottolinea che "il nuovo ordinamento che disciplina la riproduzione animale, che in realtà è una rivisitazione della legge del 1991, contiene una serie di punti alquanto problematici per la particolare situazione altoatesina di cui siamo riusciti ad evitare l'applicazione".
In concreto, e al contrario di quanto inizialmente previsto dalla legge statale, gli allevatori altoatesini non saranno obbligati a diventare membri delle associazioni nazionali relative alle singole razze animali, ma potranno continuare a far parte dei gruppi locali, che sono inquadrati come cooperative agricole. Spetterà poi solamente alle associazioni di categoria locali affiliarsi a quelle nazionali, liberando però il singolo allevatore da quest'obbligo. Oltre a ciò, le specificità altoatesine saranno al riparo da un altro passaggio considerato problematico a livello locale, ovvero quello riguardante la creazione di associazioni uniche a livello nazionale per quanto riguarda le singole categorie di animali: razze da latte, razze da carne e razze a duplice attitudine (da latte e da carne). Un risultato salutato con favore in quanto, in caso contrario, vi sarebbe stata una notevole complicazione dal punto di vista organizzativo.
USP