Premessa
Cari lettori,
I passaggi autonomistici degli anni Settanta
sono storia recente, ma le radici affondano
in un limpido autunno di cinquant'anni
fa. Tanto è passato – era il 17 novembre 1957
– dal raduno a Castel Firmiano, per molti una
data legata anche a ricordi personali. Mezzo
secolo dopo vogliamo ricordare quell'evento,
ripercorrerlo nella dimensione storica e
inquadrarlo nella prospettiva futura dell'autonomia.
Le valutazioni possono essere differenti
e sottolineano la libertà culturale e lo
spirito di apertura di cui oggi l'Alto Adige può
godere.
Fu comunque un momento importante
della storia autonomistica, segnò una fase di
cambiamenti anche profondi nella vita politica,
nei rapporti istituzionali e tra i gruppi
etnici. Per la minoranza di lingua tedesca
Castel Firmiano rappresentò un solenne momento
di unità, una dimostrazione politica
e non violenta della volontà di affermare i
propri diritti. Fu il definitivo segnale della crisi del primo statuto di autonomia regionale.
Certo per il mondo italiano, sia locale che
nazionale, quella manifestazione fu impressionante
e suscitò anche reazioni di paura e
contrarietà.
Lungo i decenni, però, la compattezza dei
sudtirolesi e il costante impegno di molti
politici per il dialogo e la ricerca di una soluzione
politica condivisa hanno consentito di
portare a buon fine le trattative con lo Stato
italiano e di sconfiggere gli atti di violenza. La
pazienza, la fatica, l’intelligenza di tante persone
da una parte e dall’altra hanno dato ragione
a questa prospettiva, facendo nascere
con l'autonomia un vero e proprio “patto per
la convivenza” portato ad esempio a livello
internazionale.
Poiché il cambiamento resta l'unica costante
di questo mondo, ogni generazione
ha il compito di aggiornare il diritto a questa
autonomia e di adeguarla alle esigenze del
suo tempo. Quindi rafforzare la cultura dei gruppi linguistici e assicurare a questa terra
un futuro in cui tutti si sentano a casa: è l'eredità
di coloro che cinquant'anni fa a Castel
Firmiano diedero voce alla richiesta di autonomia
politica per l'Alto Adige.
Luisa Gnecchi Vicepresidente della Provincia